∼ Buon appetito e buon umore: il ruolo dell’alimentazione nella depressione ∼
(In collaborazione con Eugenia Lombardi, dott.ssa in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica. https://mindthegap33.wordpress.com)
Nella nostra società viene utilizzato spesso il termine “depressione”; ma altrettanto spesso viene usato in modo non del tutto appropriato. Innanzitutto depressione non è sinonimo di tristezza. Quest’ultima è un’emozione fisiologica e adattiva per l’uomo, temporanea e spesso collegata ad una ben precisa sfera della vita della persona.
La depressione, invece, ingloba tutta l’esistenza dell’individuo. Si tratta di un’esperienza preponderante, che condiziona ogni lato della vita umana e porta delle variazioni sia sul funzionamento corporeo che della modalità di pensare.
La depressione può essere definita come uno stato di umore basso, durante il quale la persona perde interesse per attività piacevoli e stimolanti. Durante la depressione cala la libido, peggiora la capacità di concentrarsi e di memorizzare. Si provano spesso stati di ansia, agitazione e sovente si sperimentano pensieri legati a sensi di colpa, fallimento, impotenza, fino ad arrivare alla volontà di suicidarsi non vedendo nessuno spiraglio di luce davanti a sé. Inoltre, dato che mente e corpo sono strettamente collegati, lo stato depressivo condiziona sia il sonno che l’alimentazione. Si verificano, infatti, stati di insonnia o ipersonnia e, per quanto riguarda l’appetito, si può andare incontro ad un suo calo o un suo aumento. Questo vuol dire che alcune persone affrontano una perdita di peso durante la depressione e altre, cercando conforto nel cibo, vanno incontro a sovrappeso.
Analizziamo dunque il ruolo dell’alimentazione in questo disturbo definito da Idro Montanelli come “democratico perché colpisce tutti”.

Ci sono molti fattori che possono contribuire allo sviluppo della depressione, fattori psicologici, squilibrio biochimici, stress e traumi. Un’alimentazione sana, in grado di coprire tutti i nostri fabbisogni nutrizionali, è fondamentale per la salute fisica e psicologica.
Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi che hanno dimostrato l’associazione tra l’aderenza ad una dieta salutare (basata sullo stampo della dieta Mediterranea), la riduzione del rischio di depressione e il miglioramento dei sintomi depressivi.
In caso di depressione, gli obiettivi dell’alimentazione sono:
- Garantire l’assunzione di tutti i nutrienti fondamentali per il corretto funzionamento del nostro cervello. Il rischio di sviluppare depressione, infatti, aumenta in caso di carenza di alcuni nutrienti, come vitamina B12, folati, vitamina D, zinco, selenio, acidi grassi omega-3.
- Ridurre lo stato infiammatorio. L’nfiammazione cronica sistemica è una condizione di infiammazione persistente, spesso non nota dato che non provoca dolore o sintomi (a differenza di un’infiammazione locale, causata per esempio da una ferita). Questo tipo di infiammazione rappresenta la base su cui si sviluppano numerose patologie: diabete, infarto, tumori, artrosi, malattie neurodegenerative. Ad essa sono associati anche i disturbi psichiatrici, tra cui la depressione. A prova di questo, è stato dimostrato come nei soggetti depressi vi è un’elevata concentrazione nel sangue di sostanze infiammatorie, le citochine, che il nostro corpo produce in condizioni di infiammazione. Studi su animali hanno dimostrato come la somministrazione di citochine proinfiammatorie (che stimolano l’infiammazione) determini la comparsa di sintomi tipici della depressione quali la stanchezza, le alterazioni del sonno e dell’appetito e l’isolamento sociale. A conferma di questo, nei soggetti che vengono trattati con sostanze che stimolano la produzione di citochine (come l’interferone per i malati di epatite C) si osserva una probabilità maggiore di sviluppare depressione. Tra le cause di insorgenza di infiammazione cronica sistemica vi è l’alimentazione scorretta, l’inattività fisica, l’eccesso di peso, il fumo, lo stress, la disbiosi e la permeabilità intestinale.
- Migliorare la salute dell’intestino, considerato il nostro secondo cervello. Ci sono centinaia di milioni di neuroni che collegano il cervello al sistema nervoso enterico (quella parte del sistema nervoso che ha sede nel tratto gastrointestinale e ne controlla le funzioni), tramite il così detto asse intestino-cervello. Questo asse controlla non solo le funzioni intestinali, ma anche i centri emotivi e cognitivi del cervello, che vengono quindi influenzati dal nostro intestino. In tutto il nostro tratto gastrointestinale, e in particolare nell’intestino, è presente il microbiota, l’insieme della popolazione batterica comunemente nota come flora batterica, in grado di influenzare il nostro stato di salute. La disbiosi, cioè l’alterazione di questi batteri, è associata allo sviluppo anche di patologie psichiatriche, tra cui la depressione. Questi microrganismi sono infatti importanti per la produzione di sostante, tra cui la serotonina e il triptofano, in grado di influenzare il tono dell’umore, il comportamento e le funzioni cognitive. Inoltre, il microbiota controlla e promuove anche l’integrità della mucosa intestinale, in modo tale che le sostanze tossiche presenti nell’intestino non entrino nel circolo sanguigno. Un microbiota alterato, al contrario, determina una condizione di leaky gut (permeabilità intestinale): le giunzioni dell’intestino non sono più integre e permettono il passaggio di sostanze come endotossine e proteine, con conseguente insorgenza di uno stato infiammatorio.
In questo articolo abbiamo quindi visto cos’è la depressione e quali sono i meccanismi implicati in essa, su cui è possibile agire attraverso l’alimentazione. Nel prossimo articolo vedremo a livello pratico quali alimenti sono da consumare e quali evitare per ridurre il rischio di depressione e migliorare la sintomatologia depressiva.
Valentina Masi
Eugenia Lombardi (https://mindthegap33.wordpress.com)
Fonti:
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