∼ Fibromialgia: un aiuto dall’alimentazione ∼
La fibromialgia è una malattia cronica reumatica che colpisce i muscoli causando un aumento della tensione muscolare, con conseguente dolore, rigidità e stanchezza.
La fibromialgia colpisce il 2% della popolazione, con prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini.
La causa non è ancora nota. Numerose ricerche suggeriscono che alla base vi sia una disfunzione mitocondriale e ipotalamica, da cui derivano problematiche ormonali, disturbi del sonno e alterazioni nella produzione di energia.
Ci sono anche altri possibili meccanismi alla base della fibromialgia come le alterazioni dei neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale (in particolare la serotonina e il glutammato), gli alti livelli di citochine nel sangue, segno di infiammazione sistemica, l’alterazione della salute intestinale causata da disbiosi (uno squilibrio del microbiota), SIBO (una sovracrescita batterica) e permeabilità intestinale.
I sintomi che si associano alla fibromialgia sono numerosi. Oltre al dolore cronico e diffuso e alla stanchezza cronica vi sono anche problemi di insonnia, cefalea, disturbi cognitivi (come ansia, depressione e attacchi di panico), tremori e spasmi muscolari, disfunzioni gastrointestinali.
L’associazione di questi sintomi rende la fibromialgia una malattia debilitante, che influenza fortemente e negativamente la qualità di vita delle persone con questa patologia.
Il trattamento nutrizionale
Il trattamento della fibromialgia deve essere basato su un approccio multidisciplinare, nel quale l’alimentazione gioca un ruolo molto importante nel migliorare la gestione dei sintomi.
Vediamo quindi quali sono i principali accorgimenti nutrizionali da seguire in caso di fibromialgia.
Controllare il peso corporeo: l’obesità e il sovrappeso contribuiscono a peggiorare alcuni sintomi, in particolare il dolore, la fatica, l’insonnia e i disturbi d’umore.
Evitare l’assunzione di eccitotossine: sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per esaltarne il gusto, come il glutammato e l’aspartato (uno degli ingredienti dell’aspartame). A livello cerebrale provocano una sovrastimolazione dei recettori neuronali aggravando la sintomatologia. È importante quindi evitare tutti i prodotti industriali, in cui vengono aggiunti questi additivi. Leggere le etichette per capire se un cibo contiene o meno queste sostanze può essere difficile, anche perché spesso non sono indicate con il loro nome. Prodotti alimentari che tra gli ingredienti presentano gelatina, proteine idrogenate, oli o grassi idrogenati nascondoo anche la presenza di glutammato monosodico. Il mio consiglio è quindi quello di evitare del tutto i prodotti confezionati.
Valutare la tolleranza al glutine: anche in assenza di celiachia può esservi una sensibilità al glutine che peggiora i sintomi gastrointestinali e in generale il quadro di salute. Molte persone con fibromialgia traggono benefici da una dieta senza glutine (mi raccomando, con alimenti naturalmente privi di glutine!). Evitare il glutine per un certo periodo di tempo permette di valutare se vi è o meno questa sensibilità.
Preferire un’alimentazione antinfiammatoria, nella quale prevale il consumo di pesce, cereali integrali, frutta, verdura, legumi e grassi buoni, mentre è limitato il consumo di cereali raffinati, zucchero, dolci, prodotti animali da allevamenti intensivi, grassi idrogenati.
Moderare il consumo di alcool ed evitare il caffè, soprattutto in caso di insonnia. Al posto del caffè può essere utilizzata la pappa reale (quella pura, non le fialette super dolci).
Valutare un’alimentazione vegetariana o vegana: alcune persone con fibromialgia riscontrano un miglioramento nella sintomatologia evitando prodotti di origine animale e seguendo una dieta basata su alimenti vegetali.
Controllare gli esami del sangue relativi alla vitamina B12, alla vitamina D, al ferro e alla ferritina, in modo da individuare eventuali carenze nutrizionali e correggerle.
Gli integratori alimentari
L’utilizzo di alcuni integratori può essere d’aiuto per migliorare lo stato nutrizionale e per fornire un ulteriore supporto all’alimentazione. Possono essere utilizzati antiossidanti, come il Coenzima Q10, la quercetina e la curcumina per ridurre i livelli di infiammazione e il dolore. Può essere utile un integratore a base di acidi grassi omega-3, soprattutto se l’alimentazione non risulta essere troppo ricca di pesce. I prebiotici e probiotici sono utili per riequilibrare la funzionalità intestinale, la melatonina per migliorare il ciclo del sonno e il D-ribosio per aumentare l’energia e migliorare la stanchezza. A questi si possono aggiungere multivitaminici ad ampio spettro o integratori specifici di vitamine e minerali in base alle carenze valutate. Il tutto deve essere ovviamente personalizzato ai sintomi presenti e alle condizioni generali del soggetto.
L’esercizio fisico
Alla giusta alimentazione è infine necessario abbinare anche un corretto esercizio fisico. L’attività fisica non deve essere troppo faticosa o stressante. È stato dimostrato come un esercizio aerobico di intensità moderata aiuti ad alleviare alcuni sintomi come l’ansia, la depressione, il dolore, l’insonnia e l’infiammazione. Molto utili possono essere anche gli esercizi di stretching e lo yoga.
Fonti:
- Krause’s. Food & The Nutrition Care Process
- Holton. The role of diet in the treatment of fibromyalgia. 2016.
- Rossi A, Di Lollo AC, Guzzo MP, Giacomelli C, Atzeni F, Bazzicchi L, Di Franco M. Fibromyalgia and nutrition: what news? 2015.
- Isasi C, Colmenero I, Casco F, Tejerina E, Fernandez N, Serrano-Vela JI, Castro MJ, Villa LF. Fibromyalgia and non-celiac gluten sensitivity: a description with remission of fibromyalgia. 2014
- Kaartinen K, Lammi K, Hypen M, Nenonen M, Hanninen O, Rauma AL. Vegan diet alleviates fibromyalgia symptoms. Scand J Rheumatol. 2000.
Scrivi un commento